Living/Leaving

Omaggio a Caterina Cornaro (1454-1510)


Catherina Regina Hierosolyme Cyprij et Armeniae
Acquerelli su carta Amalfi fatta a mano

Questo taccuino è composto da 10 fascicoli di 8 fogli ciascuno
Documenta un viaggio d'artista attraverso i luoghi di Caterina Cornaro: Venezia, Cipro, Venezia, Asolo, e di nuovo Venezia

La reggia portatile
Quattro eventi per Caterina Cornaro
Venezia-Asolo-Larnaca, maggio 2010-maggio 2011

Una reggia portatile, un luogo che esprime il lusso e la precarietà di un’esistenza eccezionale. Caterina, leale figlia di una grande famiglia veneziana, amò più luoghi nei quali non poté restare. Cipro, anzitutto, sua terra d’adozione, nella quale arrivò nel 1472 come sposa di un re e alla quale si legò di intenso amore, ma che dopo tumulti e conflitti le fu sottratta dalla sua stessa patria con la motivazione di difenderla dai pericoli esterni che la minacciavano.

E poi Asolo, la seconda importante dimora della sua vita, dove stabilì una splendida corte rinascimentale, mostrando di avere perfettamente compreso il potere che arte e cultura hanno di dilatare i confini di un luogo fisicamente piccolo, di accrescerlo in grandezza e in potenza. Anche da Asolo, e dal vicino ‘Barco’ di Altivole, il luogo di delizie che aveva fatto costruire e popolato di artisti, musicisti e intellettuali, Caterina si vide costretta a partire per cause indipendenti dalla sua volontà nell’anno 1509, sotto la minaccia di un’invasione militare che premeva da Nord. Iosif Hadjikyriakos e i CREAM, gruppo di giovani di diverse nazionalità che si sono formati all’Accademia di Venezia, celebrano i 500 anni dalla sua morte con un’impresa di un genere che Caterina, grande patrona della cultura del suo tempo, avrebbe amato: quattro interventi d’arte vivente.

La presentazione che l’artista veneziano-cipriota Iosif Hadjikyriakos ha espressamente concepito per il Palazzo delle Prigioni, la celebre struttura in pietra bianca d’Istria annessa a Palazzo Ducale, cuore politico della dominazione veneziana, fa uso delle connotazioni simboliche del luogo, e include  un taccuino di viaggio, un gruppo di nuovi dipinti, e una scultura.

Nella prima sala viene presentato in originale e in videoproiezione un taccuino contenente immagini disegnate e dipinte che Iosif ha raccolto ripercorrendo  nel corso dell’ultimo anno i luoghi legati alla vita di Caterina tra Venezia, l’isola di Cipro e il Veneto, e dei quali è riprodotta una scelta nel presente volume a edizione limitata e numerata. Nei dettagli d’architettura, nei colori, nei paesaggi, nei motivi di stoffe e ceramiche, Iosif Hadjikyriakos ritrova gli accenti comuni che la cultura artistica veneziana ha lungamente coltivato nel magico arco di tempo che va dalla fondazione della città a qualche anno dopo il 1500, in un accorto gioco politico e culturale che mirava a fondere, piuttosto che a contrapporre, tradizione greca e latina, cristiani e saraceni, bizantini e transalpini. La luminosità del mare, gli olivi, le forme delle antiche architetture di Cipro hanno eco nel coronamento delle antiche chiese veneziane, nei finestrati gotici, nei fiori e nei pomi delle architetture e delle stoffe.

In mostra, queste immagini, vivide ma evanescenti come ricordi, scorrono sui grandi, nudi blocchi in pietra d’Istria delle Prigioni, sovrapponendosi a dipinti espressamente realizzati, e ad una collezione d’oggetti personali dell’artista: stoffe, lampade, stampe e altro, che, attraverso l’esperienza autobiografica, mettono in luce il profilo di una doppia identità culturale, veneziana e cipriota. Contro le pareti in nuda pietra di quello che fu il carcere di Stato della Serenissima, Iosif Hadjikyriakos colloca inoltre un’icona-gabbia simbolica, un abito-prigione in rame e foglia d’oro di 4 metri circa d’altezza, evocante il celebre vestito da lutto che Caterina indossò il giorno della sua forzata partenza definitiva da Cipro,   imposta da ragioni politiche. Un’immagine dello splendore e insieme del disagio che Caterina visse, in conseguenza del suo rango, dalla prima giovinezza fino alla morte, un ricordo dei ripetuti lutti, tumulti e forzati abbandoni che la sua condizione comportò.

Realizzato in lamine metalliche, quest'abito diviene tutt’uno con un oggetto araldico, lo stemma della patrizia veneta divenuta a quattordici anni, per un opportuno matrimonio combinato dallo zio, moglie di Giacomo II di Lusignano, e dunque “Rejna Cypri, Jerusalem et Armeniae”: le pieghe sfarzose e abbondanti sono rigide, spinose, il busto dalla dura geometria appare simile a una coppa vuota, le volute del monumentale cartiglio acuminate e pericolose.

Il tema enunciato nell’araldico abito-prigione si sviluppa in una serie di dipinti semiastratti realizzati secondo una tecnica caratteristica che evoca il Mediterraneo e il vicino Oriente: foglia d’oro applicata al bolo rosso armeno di fondo, come nella pittura greca di icone. Le immagini sviluppano i temi della regalità, del rango e della femminilità, intrecciando curve anatomiche con profili di leoni e fiori araldici, e con motivi come i caratteristici trifogli decorativi veneziani e del Mediterraneo.

Altri dipinti evocano il sontuoso, opulento naturalismo del Rinascimento maturo attraverso una materia densa, organica, bituminosa.
Insieme all’azzurro e oro araldici, un altro colore pervade tutta la mostra, ed è il caldo, carnale rosa del rame. Questo metallo deriva il suo nome da Cipro, che lo produceva in abbondanza fin dall’antichità. Dal nome dell’isola, in latino Cyprum, derivò aes cuprum; da cui il simbolo chimico, Cu, e le denominazioni che ne conservano il ricordo in gran parte delle lingue moderne occidentali (copper, cuivre, kupfer, cobre, koppar). Ed esiste da tempi antichissimi un misterioso legame fra il rame, l’immagine della femminilità, e l’isola di Cipro: il simbolo usato dagli alchimisti per indicare il rame (il cerchio con una croce in basso, detto “specchio di Venere”) , infatti, è lo stesso che si usa in biologia per indicare la donna; secondo il mito, infatti, fu proprio sull’isola di Cipro che la dea Afrodite, appena generata dalla schiuma del mare, approdò sospinta da un vento leggero.

L’insieme di questi elementi: la rilettura delle architetture e dei luoghi reali, l’uso di materiali coinvolti nel vissuto quotidiano degli artisti, la relazione degli stessi con le rispettive aree d’origine nel Veneto e nel Mediterraneo, e la comunanza degli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, con la sua caratteristica tradizione aperta e cosmopolita, fanno del ricordo di Caterina attraverso la “reggia portatile” un’esperienza attuale e vivente.
La reggia portatile
Quattro eventi per Caterina Cornaro
Venezia-Asolo-Larnaca, maggio 2010-maggio 2011

La mostra di Iosif Hadjikyriakos a Palazzo delle Prigioni ha luogo nell’ambito delle manifestazioni che i Comuni di Venezia e quello di Larnaca (CY) organizzano nel 2010 per celebrare il gemellaggio  fra le due città. L’esposizione di Palazzo delle Prigioni è patrocinata dall’Accademia di Belle Arti di Venezia, dai due Comuni, dal Consolato di Cipro a Venezia, e rientra fra manifestazioni promosse dal Comitato della Sensa, la storica festa veneziana.

Dopo la presentazione a Venezia, parte della mostra di Josif Hadjikyriakos passerà al Museo Civico di Asolo, presso Treviso (20 agosto-19 settembre), dove si riunirà con l’omaggio a Caterina Cornaro realizzato da Nebojša Despotović, Cristina Treppo, Dania Zanotto, tre artisti del gruppo CREAM (Creativity and Research in Arts and Media, www.artcream.it). Un’ulteriore edizione della “reggia portatile” sarà quindi presentata a Venezia, Associazione Nuova Icona, Oratorio di San Ludovico (27 agosto-15 settembre 2010), per spostarsi infine nei magazzini veneziani cinquecenteschi, modernamente ristrutturati, che ospitano il museo d’arte contemporanea della Repubblica di Cipro a Larnaca, arricchendosi a ciascun passaggio fase di nuove stratificazioni di materiali e di memorie. Come da accordi intercorsi, parte dei materiali creati verrà lasciata in esposizione permanente al museo di Cipro, attraverso un’operazione calcolata di scorporamento dall’insieme che segnerà una “partenza”, una separazione e un’assenza, a ricordo delle vicende biografiche di Caterina.

Le quattro mostre di Josif Hadjikyriakos+ CREAM toccheranno così nel corso dell’anno gemellare i tre luoghi più significativi per la biografia della regina: l’isola di Cipro, la città di Venezia, e Asolo, la città dell’entroterra veneto dove Caterina trasferì la sua corte dopo il rientro definitivo da Cipro nel 1489.

Focalizzandosi su materiali (Dania Zanotto), oggetti e arredi (Cristina Treppo) e persone (Nebojša Despotović), e interagendo con i cimeli storici della regina conservati al museo di Asolo, Iosif Hadijkyriakos e gli artisti di CREAM realizzeranno installazioni a più mani il confronto/conflitto fra diverse civiltà, la dimensione temporanea nel rapporto con un luogo, il “lasciare” e il “portare con sé” che caratterizzano ogni abitare temporaneo.
Iosif Hadijkyriakos

è nato a Cipro nel 1979.
Diplomato in Pittura  all’Accademia di Belle Arti di Venezia,  sta attualmente conseguendo un master in Storia dell’Arte e Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università di Ca’ Foscari, e un dottorato in Scienze della Cultura Materiale presso l’Università di Ioannina (Grecia).

Ha vinto la borsa di studio 2004 della Fondazione Marc De Montalembert (www.fondationmdm.com) con un progetto artistico consistente in taccuini di viaggio con disegni eseguiti nei luoghi del Mediterraneo ove sopravvive il mito di di Digenis Akritas, eroe medievale dalla doppia discendenza (“di due razze”, come indica il nome), bizantino e siriano. Una scelta dei disegni è stata pubblicata da Gangemi Editore nel 2006.

Ha al suo attivo sei personali e la partecipazione a numerose collettive in Grecia e a Cipro. Vive e lavora tra Venezia e Cipro.

CREAM (Creativity and Research in Arts and Media)

Gruppo costituito nel 2007 dagli artisti Martin-Emilian Balint, Nebojša Despotović, Resi Girardello, Giacomo Roccon, Barbara Taboni, Cristina Treppo, Giuseppe Vigolo, Dania Zanotto dell’ Accademia di Bele Arti di Venezia (www.artcream.it)

Le mostre del gruppo: CREAM On Madness/Straitjackets nell’ambito di Open XI (2008) (sette dipinti, sculture e installazioni sul tema della follia nel giardino dell’ Isola di San Servolo a Venezia); Madness in Paradise, Venezia, Giardini della Biennale, 6 giugno 2009; THE CREAM SOCIETY, Asolo, Fondazione la Fornace, 2009, (sculture, fotografie e installazioni sui temi dell’ansia generata dalla crisi).

Alla mostra La reggia portatile, Omaggio a Caterina Cornaro, prendono parte: Nebojša Despotović, Cristina Treppo, Dania Zanotto.